La Federazione guarda con favore le mozioni volte a consolidare le famiglie arcobaleno

In data 8 giugno 2022 il Consiglio nazionale ha accolto due mozioni che rappresentano un ulteriore passo avanti sul cammino della parità di coppie dello stesso sesso rispetto alle coppie di sesso diverso. Nel caso in cui coppie eterosessuali ricorrano a trattamenti di procreazione medicalmente assistita all’estero o a una donazione privata di sperma, per effetto della presunzione di paternità prevista dalla legge, il coniuge della madre viene riconosciuto automaticamente come padre. Partendo da questa premessa, per analogia anche la coniuge della madre biologica di una coppia lesbica dovrà essere considerata in futuro come secondo genitore legale sin dalla nascita del figlio. Questo il contenuto della mozione accolta con 96 voti a favore e 83 contrari. Una seconda mozione chiede di far decadere il presupposto del rapporto di cura ed educazione di un anno quale condizione per l’adozione del figliastro, nel caso in cui un genitore biologico conviva già con l’aspirante genitore adottivo al momento della nascita del figlio. Il Consiglio nazionale ha accolto la mozione con 133 voti a favore e 40 contrari.

La Federazione Famiglie Arcobaleno esprime la propria soddisfazione nonché il proprio sollievo per questa decisione. La Federazione auspica tuttavia che, lungo l’iter del processo parlamentare, decada anche il requisito della comunione domestica da almeno tre anni prevista per l’adozione del figliastro. «Siamo a conoscenza di casi in cui le coppie lesbiche desiderano soddisfare il desiderio di un figlio già prima di questo termine di tre anni», dichiara Maria von Känel, direttrice della Federazione Famiglie Arcobaleno. La tutela dei bambini deve essere prioritaria, afferma von Känel. Il problema: se succede qualcosa al genitore non biologico prima che l’adozione del figliastro si concluda, il bambino non è sufficientemente tutelato.

La tutela dei figli deve essere garantita in ogni caso

Riguardo alla mozione che prevede un allentamento delle condizioni per l’adozione del figliastro, anche il Consiglio federale ha espresso il proprio consenso. Riguardo alla mozione che prevede la co-genitorialità sin dalla nascita del figlio, il Consiglio federale ha invece espresso parere contrario, criticando l’assenza di standard internazionali sui dati necessari ad assicurare il diritto del bambino di conoscere le proprie origini. Dal canto suo, la Federazione Famiglie Arcobaleno replica affermando che esistono senz’altro soluzioni atte ad assicurare tale diritto. Inoltre, in una ponderazione degli interessi, la tutela ottimale dei figli dalla nascita è un’argomentazione che prevale sulla conoscenza delle proprie origini.

«La donazione privata di sperma non deve comportare svantaggi rispetto alla donazione di sperma tramite banca del seme, la tutela del figlio va garantita in ogni caso», insiste Maria von Känel. «Ci saranno sempre coppie che decideranno di ricorrere a una donazione privata di sperma, per motivi finanziari o personali, dunque anche in questi casi è necessaria una co-genitorialità dalla nascita per la tutela dei figli».

Modificare la legge per ottenere una parità effettiva

Grazie ai processi parlamentari avviati è possibile colmare lacune legislative che in occasione della presentazione del progetto «Matrimonio per tutti» sono rimaste indietro. In effetti, nell’ambito del matrimonio per tutti, si regolamenta unicamente la donazione di sperma che avviene in Svizzera tramite banca del seme. Come afferma nel suo comunicato stampa, la Federazione Famiglie Arcobaleno ritiene ora importante che i successivi lavori parlamentari arrivino a una vera parità e che la tutela dei figli sia al centro dell’attenzione. Secondo la Federazione, il diritto di conoscere le proprie origini è un aspetto importante, che però non può compromettere il diritto di un bambino ad avere due genitori legali sin dalla nascita.

Va inoltre osservato che il diritto del figlio a conoscere le proprie origini viene applicato con molto meno rigore nelle coppie di sesso diverso rispetto a quelle dello stesso sesso. Ad esempio, la presunzione di paternità si applica anche quando il coniuge non è il donatore di sperma e un padre eterosessuale può riconoscere un figlio senza produrre alcuna prova di parentela genetica. Da questa angolatura, l’obiezione del Consiglio federale deve essere relativizzata: il diritto del figlio a conoscere le proprie origini è senz’altro importante, ma non deve comportare una mancanza di tutela per i figli di coppie dello stesso sesso, con conseguente disparità rispetto ai figli delle coppie di sesso diverso.

Immagini tematiche relative alle famiglie arcobaleno possono essere richieste al fotografo Keystone Gaëtan Bally all’indirizzo https://visual.keystone-sda.ch.

Federazione Famiglie Arcobaleno
Questa associazione attiva su tutto il territorio nazionale tutela dal 2010 gli interessi delle famiglie arcobaleno in Svizzera e si impegna per il loro riconoscimento sociale nonché per la parità dei loro diritti. La Federazione propone servizi di consulenza e incontri per famiglie arcobaleno e persone LGBTIQ* che desiderano avere un figlio come pure organizza workshop ed eventi informativi sul tema delle famiglie arcobaleno. Il termine «famiglie arcobaleno» indica famiglie nelle quali almeno un genitore si considera lesbica, gay, bisessuale, trans* o queer (LGBTQ).