Argomentazioni a supporto del matrimonio per tutti – all inclusive
Autore_trice: Christian Iten e Karin Hochl, avvocata
26 agosto 2019
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La Federazione Famiglie Arcobaleno chiede che, con l’introduzione del «matrimonio per tutti», le coppie lesbiche possano accedere all’inseminazione artificiale e che i figli di coppie dello stesso sesso siano tutelati sin dalla nascita. Le argomentazioni qui riportate spiegano perché ora ci sia bisogno di un pacchetto completo: «matrimonio per tutti – all inclusive».
I bambini arcobaleno crescono bene quanto gli altri
La ricerca sullo sviluppo dei bambini cresciuti in seno a coppie omosessuali ha quasi 40 anni. Gli studi – europei e americani – giungono alle stesse conclusioni: chi cresce in seno a una famiglia arcobaleno si sviluppa altrettanto bene quanto chi viene da una famiglia tradizionale. Per il benessere dei bambini sono decisivi il clima familiare e la qualità della relazione con i genitori, non il sesso o il loro orientamento sessuale. La base per un sano sviluppo è la disponibilità di (almeno) una persona di riferimento costante, che dia affetto e appoggio, crei un ambiente sociale stabile e fornisca un sostegno nello sviluppo individuale del bambino. Se questi presupposti sono soddisfatti, la struttura tradizionale, monogenitoriale o arcobaleno di una famiglia influisce ben poco sul benessere dei figli. Questo il risultato cui sono pervenute 75 indagini di lunga durata basate su criteri quantitativi e qualitativi e realizzate in Germania, Inghilterra, Francia, nei Paesi Bassi, in Canada, Australia e negli Stati Unit.[1]
Il «matrimonio per tutti» contribuisce al benessere dell’intera società
La famiglia è una componente importante per il nostro benessere fisico e psicologico. Lo Stato ha il dovere di garantire la medesima tutela giuridica a tutte le famiglie. La parità dei diritti costituisce un indicatore rilevante di maggiore benessere per le persone omosessuali e bisessuali e dunque anche per le loro famiglie. Ma la parità contribuisce anche al benessere dell’intera società! Ad esempio, uno studio basato su dati relativi alla popolazione aveva evidenziato una condizione di minore benessere per le persone omosessuali e bisessuali residenti negli Stati USA che nel periodo 2001-2005 avevano abolito il matrimonio per coppie dello stesso sesso (Hatzenbuehler, Keyes, & Hasin, 2009). La questione non riguardava le persone eterosessuali residenti negli stessi Stati né quelle omosessuali e bisessuali non colpite dalla discriminazione istituzionale (ossia residenti in quegli Stati che non avevano modificato la legge). Uno studio successivo ha evidenziato una situazione simile per il benessere psicologico: dopo l’introduzione a livello nazionale del matrimonio per coppie dello stesso sesso, il tasso di suicidi di giovani americani eterosessuali è sceso del 7%, fino a raggiungere il 14% per i giovani omosessuali e bisessuali (Raifman, Moscoe, Austin, & McConnell, 2017).
Donazione di sperma: il metodo più frequente cui ricorrono le famiglie arcobaleno
Il fatto che i figli crescano all’interno di costellazioni familiari estremamente variegate, tra cui quelle con genitori dello stesso sesso, è ormai una realtà acquisita da lungo tempo. Secondo le proiezioni, oggi, in Svizzera, tra i 6’000 e i 30’000 bambini e ragazzi vivono nelle cosiddette famiglie arcobaleno. È importante sottolineare che la metà di queste famiglie arcobaleno si è formata ricorrendo alla donazione di sperma (sondaggio «Famiglie arcobaleno in Svizzera» del 2017[2]). Il 33 per cento delle donazioni di sperma proviene da una banca del seme situata all’estero, il 17 per cento da donatori privati e solo il 31% dei figli delle famiglie arcobaleno proviene da precedenti relazioni eterosessuali. La donazione di sperma riveste grande importanza per le coppie lesbiche e, in conformità al divieto di non discriminazione, in Svizzera dovrebbe essere autorizzata contestualmente all’introduzione del «matrimonio per tutti».
Recepire il tema dell’inseminazione artificiale nel progetto «Matrimonio per tutti»
In molti Paesi europei le donne lesbiche possono accedere alla donazione di sperma [3]. Di conseguenza, le coppie lesbiche residenti in Svizzera ricorrono sempre più spesso alla possibilità di concepire un figlio attraverso una donazione di sperma all’estero. Già oggi molte famiglie svizzere si formano in questo modo. Tuttavia, finora, la madre non biologica viene riconosciuta come genitore legale solo attraverso il lungo e dispendioso iter, tanto per le autorità quanto per le richiedenti, dell’adozione del figlio del_della partner (adozione del figliastro). In linea con gli sviluppi della società e con l’obbligo di non discriminazione, nell’ambito dell’apertura del matrimonio, è opportuno garantire alle donne lesbiche l’accesso alla donazione di sperma. Procedere in questo modo appare anche molto più onesto di fronte alla popolazione, dal momento che troppi singoli passi in avanti fanno più pensare a una «tattica del salame». È in questo contesto che la Federazione Famiglie Arcobaleno chiede che il tema dell’inseminazione artificiale venga recepito nel progetto «Matrimonio per tutti».
Parità di diritti nell’accesso all’inseminazione artificiale
Oggi, in Svizzera, per una donazione di sperma le donne lesbiche devono ricorrere a una banca del seme all’estero né possono accedere alle prestazioni mediche per l’inseminazione artificiale. Durante i viaggi all’estero, queste donne si assentano dal lavoro, il che può avere ricadute negative sul fronte del datore di lavoro; per tale motivo, in caso di assenze ripetute, corrono anche il rischio di essere licenziate. Al contrario, le coppie eterosessuali ricevono tutte le prestazioni necessarie all’inseminazione artificiale da fornitori di servizi residenti in Svizzera. La procedura è perfettamente disciplinata e definita. Questa disparità di trattamento tra coppie di sesso diverso e coppie dello stesso sesso nell’accedere alla procreazione medicalmente assistita è discriminante e deve essere eliminata. Nel suo parere «La procreazione con assistenza medica» [4], la Commissione nazionale d’etica cita il diritto alla libertà personale di ricorrere ai metodi della procreazione medicalmente assistita. La Commissione stabilisce che «il desiderio di prole e di fondare una famiglia possa essere ugualmente centrale per una coppia dello stesso sesso e per una persona sola che per una coppia eterosessuale».
Tutela del figlio dalla nascita
Il fatto che il rapporto di filiazione con genitori dello stesso sesso oggi non possa essere costituito dalla nascita bensì soltanto attraverso l’adozione comporta svantaggi inaccettabili per i figli. Fino al momento dell’adozione, il figlio non può vantare alcun diritto verso il genitore non biologico. Nel caso in cui il genitore biologico muoia, il figlio risulta senza genitori sul piano giuridico, dal momento che il genitore non biologico non ha alcun legame giuridico nei suoi confronti e la legge lo considera al pari di un estraneo. In questo modo, tanto il figlio quanto il genitore rimasto dipendono dalla benevolenza delle autorità. Nella peggiore delle ipotesi, è anche possibile che il figlio venga tolto al genitore rimasto! Se invece muore il genitore non biologico, il figlio è escluso dall’eredità, o meglio, non è tutelato in termini di porzione legittima; per giunta, su un’eredità testamentaria si deve versare l’imposta di successione. Non esistendo alcun rapporto di filiazione, in questi casi al figlio non spetta nemmeno la rendita per orfani. Oltre a tutto ciò, fino al momento dell’adozione, il figlio è costretto in ogni caso a portare il cognome da nubile della madre biologica, anche quando questa porta il cognome della seconda madre. Per tutti questi motivi, è indispensabile consentire la tutela del figlio dalla nascita anche alle coppie dello stesso sesso.
Costituzione di una famiglia senza passare per l’adozione del figliastro
Attualmente, l’unico modo in cui le coppie dello stesso sesso possono costituire una famiglia è attraverso l’adozione del figlio del_della partner (adozione del figliastro). Si tratta di un percorso lungo, costoso e non privo di rischi. Prima di poter presentare domanda, bisogna attendere un anno dalla nascita del figlio e la coppia deve aver vissuto in comunione domestica per almeno tre anni. Inoltre, l’adozione non è certa e dipende dalla benevolenza delle autorità: se il genitore adottivo ha superato il limite di età di 45 anni o ha problemi di salute, l’adozione viene autorizzata solo in casi eccezionali. A ciò si aggiunga la lunghezza del procedimento: come evidenzia già oggi la prassi nei Cantoni di Zurigo, Ginevra e del Vallese, la durata può anche essere superiore a un anno. Se le autorità emanano una decisione negativa, la questione della genitorialità viene perpetuata a vita e il figlio resta privo di adeguata tutela. Se i genitori si separano prima di avviare la procedura di adozione, l’adozione è esclusa, nonostante il bambino sia nato in una coppia già esistente!
Piccoli adeguamenti di legge per un grande risultato
Per consentire alle coppie dello stesso sesso di accedere alla donazione di sperma sono necessari piccoli ma importanti adeguamenti di legge. Nel diritto attualmente in vigore, in una coppia di sesso diverso il marito è automaticamente riconosciuto come secondo genitore nel momento in cui la moglie partorisce un figlio. Con l’introduzione del matrimonio per tutti, occorre principalmente un’impostazione dell’art. 255 CC indipendente dall’appartenenza di genere, in base alla quale il coniuge non biologico sia considerato come presunto secondo genitore del figlio nato durante il matrimonio. Si tratta di una soluzione semplice ed elegante già applicata in molti Paesi europei. [5] Grazie alla genitorialità originaria, il figlio è tutelato da due genitori sin dalla nascita e non è più necessario gravare sulle autorità con una dispendiosa procedura di adozione. Il fatto che oggi alle coppie dello stesso sesso non sia ancora riconosciuta una genitorialità originaria sin dalla nascita rappresenta una discriminazione: solo per via del loro orientamento sessuale devono impegnarsi nella lunga, costosa nonché rischiosa procedura di adozione del figliastro.
L’applicazione del diritto per analogia rappresenta anche la strada più ragionevole
Nel corso della consultazione riguardante il progetto di legge sul matrimonio per tutti, alcuni rappresentanti degli ufficiali di stato civile e dei giudici hanno criticato il fatto che l’emendamento previsto sull’accesso alla donazione di sperma e alla genitorialità dalla nascita non è sufficientemente dettagliato. Tale obiezione sembra suggerire che per le coppie dello stesso sesso vi sia bisogno di «norme speciali», ma si trascura il fatto che la modifica di legge corrispondente mira proprio a equiparare integralmente le coppie sposate di sesso diverso e quelle dello stesso sesso. Ciò significa, ad esempio, che tutte le situazioni e le norme relative all’attuale presunzione di paternità saranno trasferite alle coppie dello stesso sesso per effetto del matrimonio (si tratta dell’applicazione per analogia della normativa in vigore). In particolare, non vi sono neanche differenze riguardanti i diritti del donatore di sperma. Di conseguenza, la critica appare un po’ formale nonché pretestuosa. Inoltre, nel corso di un processo legislativo si possono sempre apportare dei miglioramenti, ma ciò non mette in discussione l’intento fondamentale. Del resto, anche dopo l’introduzione di una legge, fa parte della prassi politica apportare modifiche qualora ciò si renda necessario.
Porre fine alla discriminazione linguistica e alle sue conseguenze
Nella teoria cristiana conservatrice il termine «matrimonio» è riservato alle coppie eterosessuali con riferimento alla tradizione storica e culturale, che comprende anche i percorsi comunemente noti dell’inseminazione. Il fatto che fino a oggi le coppie omosessuali non possano ufficialmente definire la loro unione come «matrimonio» costituisce però una discriminazione linguistica che in proporzione ha conseguenze piuttosto ampie. Il termine «matrimonio» implica una simbologia importante, al contrario del termine «unione domestica registrata», il quale fa pensare più all’ufficio controllo abitanti e alla burocrazia che a concetti di amore e fedeltà. Inoltre, di fronte a un datore di lavoro, durante la ricerca di una casa o quando stipulano delle assicurazioni, lesbiche e omosessuali che vivono in unione domestica registrata, al momento di indicare il proprio stato civile, sono costretti a fare outing rispetto al loro orientamento sessuale, il che purtroppo può andare a loro svantaggio. Con il matrimonio per tutti, è ora di porre fine alla discriminazione linguistica e alle sue conseguenze.
Grazie all’apertura del matrimonio, nessuno verrà più privato di nulla!
La parte di società che si dichiara cristiana conservatrice lamenta il fatto che il «matrimonio per tutti» equivale a sminuire il matrimonio tradizionale, con conseguente minaccia per la cultura cristiana occidentale e assenza della divina provvidenza. Si tratta probabilmente di un malinteso a proposito di quello che s’intende per «matrimonio per tutti»: grazie all’apertura del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, nessuno verrà più privato di nulla! Il matrimonio mantiene tutto il suo valore e in qualche modo viene addirittura rivalutato, dal momento che più persone potranno potenzialmente accedere all’istituto del matrimonio. Né la modifica di legge limita il diritto di praticare la propria fede: il testo dell’iniziativa parlamentare precisa espressamente che, anche dopo l’apertura del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, le chiese continueranno a determinare in maniera autonoma chi si recherà all’altare.
La popolazione svizzera a favore della parità e del progresso nella medicina della procreazione
Nelle votazioni popolari avvenute in Svizzera continua a emergere un atteggiamento aperto del Paese di fronte ai progressi della medicina della procreazione. I progetti di legge sull’argomento ottengono un elevato consenso nelle votazioni popolari (diagnosi preimpianto 2015/2016, regime dei termini 2002, ecc.). Le eventuali argomentazioni di tipo religioso o filosofico hanno avuto un ruolo minimo nelle decisioni popolari. La popolazione è anche a favore della parità delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali, come è emerso nell’approvazione della legge sull’unione domestica registrata (2005), ma anche nel rigetto dell’iniziativa «Abolizione della penalizzazione del matrimonio» (2016), respinta proprio perché avrebbe sancito nella Costituzione federale un divieto di matrimonio per coppie dello stesso sesso. Il fatto che il referendum contro l’introduzione dell’adozione del figliastro (2016) non abbia avuto luogo dimostra che le famiglie arcobaleno sono ampiamente accettate come una delle tante forme familiari possibili.
[1] Per una sintesi di queste ricerche o per scaricarne il testo integrale, collegarsi al sito della Law School Columbia (USA) al seguente link:https://whatweknow.inequality.cornell.edu/topics/lgbt-equality/what-does-the-scholarly-research-say-about-the-wellbeing-of-children-with-gay-or-lesbian-parents
[2] https://www.regenbogenfamilien.ch/it/nationale-umfrage/
[3] Le donne lesbiche possono già ricorrere alla donazione di sperma nei seguenti Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia, Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Lussemburgo e Malta (vedi anche https://www.regenbogenfamilien.ch/it/ehe/).
[4] https://www.nek-cne.admin.ch/inhalte/Themen/Stellungnahmen/it/NEK_Fortpflanzungsmedizin_It.pdf
[5] Nei seguenti Paesi esistono già normative di questo tipo: Austria, Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia, Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia (vedi anche https://www.regenbogenfamilien.ch/it/ehe/).
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