La Federazione Famiglie Arcobaleno accoglie con soddisfazione il parere della Commissione d’etica

La Federazione Famiglie Arcobaleno accoglie con soddisfazione il parere della Commissione nazionale d’etica per la medicina umana (CNE) pubblicato giovedì 27 febbraio 2020. La CNE raccomanda di estendere l’accesso alla donazione di sperma anche alle coppie di donne sposate nonché alle donne single. «Siamo davvero felici del parere della CNE», dichiara Maria von Känel, direttrice della Federazione Famiglie Arcobaleno. «Nell’ambito della nuova legge sul matrimonio per tutti, il Parlamento viene incoraggiato a estendere l’accesso alla donazione di sperma alle coppie di donne sposate», continua von Känel. «Solo in questo modo si potrà garantire una reale parità del matrimonio civile, dal momento che le donne eterosessuali sposate già oggi hanno accesso alla donazione di sperma», spiega la direttrice.

La CNE è giunta alla conclusione che le disposizioni restrittive della Legge sulla medicina della procreazione (LPAM) attualmente in vigore non sono in linea con gli sviluppi più recenti della medicina e della società. Tra le altre cose, chiede che in futuro venga garantito l’accesso alla donazione di sperma sia alle coppie di donne sposate sia alle donne single.

L’accesso alla donazione di sperma vuol dire migliore tutela per le famiglie arcobaleno

A seguito dell’evoluzione della società, sono sempre più numerose le coppie di donne che desiderano avere figli. I bambini delle famiglie arcobaleno crescono bene quanto gli altri. «Le famiglie arcobaleno hanno la stessa esigenza di tutela giuridica delle famiglie tradizionali», afferma Christian Iten, responsabile della comunicazione della Federazione Famiglie Arcobaleno. «E il matrimonio, così come viene concepito oggi per le coppie eterosessuali, offre appunto una tutela ottimale alle famiglie», continua Iten. Per questo motivo, nell’ambito della nuova legge sul «matrimonio per tutti», la Federazione Famiglie Arcobaleno chiede che l’accesso alla donazione di sperma sia reso possibile anche alle coppie di donne sposate.

Attualmente, affinché il figlio possa avere due genitori, la co-madre di una coppia lesbica deve adottare i figli della madre biologica attraverso una procedura di adozione del figlio della partner (adozione del figliastro). Ma, a causa dei lunghi tempi di attesa e della durata delle procedure, può succedere che i figli non godano di piena tutela per un periodo superiore a 5 anni. Tali procedure costituiscono una discriminazione, oltre che un inutile onere finanziario non solo per le persone coinvolte, ma anche per le istituzioni statali. Se in Svizzera si ricorre a una donazione di sperma, la co-genitorialità è valida dalla nascita e l’adozione del figliastro non è più necessaria. Qualora in futuro le coppie lesbiche sposate potranno accedere alla donazione di sperma in Svizzera, esse non saranno più costrette a intraprendere una serie di viaggi all’estero, talvolta anche costosi e difficili da organizzare, per concepire un figlio.

I figli concepiti attraverso la donazione di sperma devono conoscere il nome del donatore

Per le coppie eterosessuali, la procedura di accesso alle banche del seme è possibile già da molto tempo ed è ben regolamentata nonché consolidata. Essa prevede anche che i figli concepiti attraverso la donazione di sperma possano chiedere di conoscere il nome del donatore una volta raggiunta l’età adulta.

Oltre a importanti organizzazioni familiari, quali Pro Familia, Verein für elterliche Verantwortung (VeV) e Unione svizzera delle donne cattoliche, anche tutte le associazioni e organizzazioni che in Svizzera si impegnano per la parità di persone omosessuali, bisessuali e transessuali, invocano un’estensione del matrimonio civile con accesso alla donazione di sperma. Nella consultazione, inoltre, importanti partiti come PLR, PS, Verdi e Verdi Liberali, che in Parlamento possono formare una maggioranza, si sono espressi a favore di questa cosiddetta «variante». «Contiamo sul fatto che il parere della CNE possa spingere anche i rappresentanti politici di altri partiti a sostenere questa richiesta», dice Christian Iten. Si prevede che l’iniziativa parlamentare «Matrimonio civile per tutti» sarà discussa in Consiglio nazionale il 17 marzo.

Comunicato stampa della Commissione nazionale d’etica per la medicina umana (CNE). (comunicato disponibile in tedesco e in francese)

Le immagini tematiche relative alle famiglie arcobaleno possono essere richieste al fotografo Keystone, Gaëtan Bally, all’indirizzo https://visual.keystone-sda.ch.

Contatto per i media
Christian Iten,                                                     Maria von Känel
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Federazione Famiglie Arcobaleno

Questa federazione attiva a livello nazionale rappresenta dal 2010 gli interessi delle famiglie arcobaleno in Svizzera e s’impegna per il loro riconoscimento sul piano sociale e giuridico. La Federazione propone servizi di consulenza e incontri per famiglie arcobaleno e persone LGBTIQ* che desiderano avere un figlio come pure organizza workshop ed eventi informativi sul tema delle famiglie arcobaleno. Il termine «famiglie arcobaleno» indica famiglie nelle quali almeno un genitore si considera lesbica, gay, bisessuale, trans* o queer (LGBTQ).